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Sono iniziati da poco, a fine maggio, e continuano a pieno ritmo i lavori di ristrutturazione e riqualificazione della Fabbrichetta del Mario Campagnoli nel cuore di Arona, sul lago Maggiore. In gioco c’è la realizzazione di un sogno: un progetto della comunità per la comunità. Si tratta di un percorso ambizioso e, insieme, estremamente concreto: realizzare un luogo che diventi centrale per il territorio, punto di sostegno e di riferimento aperto a giovani, persone fragili e con disabilità. Un grande nido, operoso e vivace, che apra nuove prospettive e opportunità per tutti.
Si parte da una fabbrica dismessa in via Mottarone (angolo via Vespucci). Gli 800 metri quadri a disposizione sono pensati e divisi in tre aree tra loro comunicanti: inclusione lavorativa, avviamento al lavoro, aggregazione e cultura. Nel progetto è centrale l’idea che La Fabbrichetta diventi qualcosa di utile e davvero inclusivo. Un luogo all’interno del quale il tempo di ognuno non si perde ma, al contrario, si mette a frutto. Un contenitore di opportunità concrete, spazio per il presente ma anche, e soprattutto, per il futuro. Anche per chi, da solo o con chi gli sta vicino, fa più fatica a immaginarselo.
Ecco allora che tutte le attività proposte guarderanno a persone con disabilità e invalidità, a soggetti fragili e svantaggiati, a giovani disoccupati, a chi è interessato a stage formativi o a percorsi di alternanza scuola-lavoro, a studenti delle superiori, ma anche ad adulti over 50 senza lavoro, a migranti e rifugiati.
Cosa si può fare? Tanto. L’appello vuole essere efficace quanto l’obiettivo che si sta avvicinando, passo dopo passo, mattone dopo mattone. Per raggiungerlo l’invito è quello che ognuno dia il proprio contributo, piccolo o grande, per la realizzazione di un luogo inclusivo e aperto a tutti. Sono importanti le donazioni dei privati, quelle di aziende, sponsor, esercizi commerciali, associazioni. Mettersi insieme per essere più forti e incisivi significa essere in grado di fare, non solo per sé, ma soprattutto per gli altri.
Si può donare direttamente alla Cooperativa Sociale “Il Ponte” di Invorio, capofila del progetto insieme ad Associazione Amici del Fermi, Paolo Astori, Amici di Paolino, Città di Arona, tramite bonifico a favore di “Il Ponte – Società Cooperativa Sociale” sul conto Intesa Sanpaolo iban IT45H0306909606100000018950, causale “Contributo per progetto La Fabbrichetta”. Si può anche decidere di devolvere il proprio 5×1000 nella dichiarazione dei redditi al Ponte a sostegno delle sue attività: è sufficiente indicare il codice fiscale/partita iva 01246580037.
Il Ponte nasce nel 1988. Oggi ha 6 sedi e dà lavoro a 190 persone. Da più di 30 anni crea opportunità e spazi per persone fragili e socialmente svantaggiate lavorando su temi fondamentali: pari opportunità e dignità. Una squadra che anche per il progetto della Fabbrichetta ci ha abituato ad azioni concrete, senza retorica, dove a parlare sono davvero i fatti, i bilanci, i numeri delle persone ed enti coinvolti.
Sono tanti gli eventi per raccogliere fondi a sostegno della Fabbrichetta. Tra questi, la prima edizione del torneo di tennis “Giallo stravagante” organizzato dagli Amici di Paolino. Tante adesioni e tanti partecipanti, travestiti nei modi più simpatici e stravaganti: in campo addirittura un giocatore in vasca da bagno (!). Una giornata per divertirsi insieme, con giochi per tutti e con uno scopo preciso: quello di raccontare qualcosa di importante e di grande a cui si sta contribuendo, come il progetto di Arona. Alla base la convinzione che lo sport sia un modello di comunicazione centrale, inclusivo, e aperto a tutti. Proprio come vuole esserlo la Fabbrichetta.
“L’impegno – dicono gli Amici di Paolino (Paolo Bevilacqua) – rappresenta quello che abbiamo cercato di fare durante tutta la vita di Paolo per consentirgli di essere incluso nel mondo del lavoro. Oggi, in sua memoria, la sua famiglia e i suoi amici vogliono continuare ad aiutare le persone svantaggiate per diventare autonome nel mondo del lavoro. Supporteremo il progetto “Fabbrichetta” del Ponte attraverso la raccolta fondi da privati e il volontariato, finché ne avremo forza. Ringraziamo il Ponte che ci farà ricordare Paolo nei sorrisi dei ragazzi, che qui potranno crescere ed essere felici”.
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